L’Asia al centro del cambiamento by Giuseppe Gabusi

L’Asia al centro del cambiamento by Giuseppe Gabusi

autore:Giuseppe Gabusi [Gabusi, Giuseppe]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-04-23T00:00:00+00:00


Conclusione

Dopo lo scoppio della pandemia di Covid-19, nonostante l’ossessione per le misure di controllo della diffusione del coronavirus a livello nazionale e per altre urgenti questioni interne, Pechino ha segnalato di non aver abdicato al suo ruolo di più grande paese in via di sviluppo, che aspira a offrire una «soluzione cinese» per lo sviluppo globale. In occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del settembre 2021, Pechino ha presentato una «iniziativa per lo sviluppo globale» (Global Development Initiative, GDI) per rendere manifesto il suo impegno ed esercitare la sua crescente influenza. L’iniziativa copre una vasta gamma di aree di lavoro, come l’alleviamento della povertà e della fame, l’accesso all’energia pulita e la governance della salute globale. Come il Libro Bianco, anche la GDI è stata introdotta per proiettare un’immagine internazionale benevola e dimostrare che la Cina intende contribuire alla governance globale finalizzata allo sviluppo mondiale.

È evidente che la gdi si inserisce nella narrazione della cooperazione Sud-Sud, e costituisce un approccio multilaterale. Attraverso la gdi, Pechino spera che la comunità internazionale vedrà la Cina come garante di un sistema di governance globale, a differenza degli Stati Uniti che, a suo avviso, conservano una «mentalità da guerra fredda» e sono la «principale causa di dissesto dell’attuale ordine mondiale»19.

Pur tentando di smorzare le tensioni geopolitiche e di rilanciare le voci sullo sviluppo globale, la gdi porta tuttavia con sé un bagaglio politico che suscita nei suoi confronti una certa diffidenza da parte dell’Occidente. A fronte della crescente rivalità tra le due grandi potenze – Cina e Stati Uniti – è probabile che la cooperazione internazionale allo sviluppo vedrà una maggiore competizione dal punto di vista ideologico, narrativo e concreto. Washington guarda già a Pechino come a una sfida, ad esempio associando alla Cina la «più seria sfida a lungo termine per l’ordine internazionale» ed etichettando le offerte di aiuti cinesi come «trappole del debito». In risposta alla BRI, e allo scopo di contrastare il peso economico della Cina, nel giugno del 2021 l’amministrazione Biden ha avviato programmi di realizzazione di infrastrutture, come l’iniziativa Build Back Better World, annunciata con paesi affini del gruppo G7. Per competere con la BRI in modo più efficace, nel giugno successivo il G7 ha consolidato i propri piani di realizzazione di infrastrutture, lanciando un partenariato per le infrastrutture e gli investimenti globali (G7 Partnership for Global Infrastructure and Investment, G7PGII).

Anche se non possiamo aspettarci che la Cina adotti standard come quelli del G7PGII, le modifiche apportate in materia di cooperazione internazionale allo sviluppo mostrano il graduale riconoscimento da parte di Pechino delle norme e degli standard internazionali, soprattutto attraverso i meccanismi multilaterali. Forse, come auspicato dalla Cina, la cooperazione multilaterale allo sviluppo può rappresentare un buon punto di partenza per depoliticizzare le tensioni geopolitiche e rilanciare l’impegno attraverso meccanismi multilaterali.



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